Dunque diventa utile verificare se effettivamente queste nuove tecnologie produttive forniscono un livello di sostenibilità maggiore rispetto a quelle convenzionali.

Questo è stato l’obiettivo che si è posto lo studio dell’Università di Stoccolma pubblicato su Nature Food, che ha analizzato gli articoli scientifici riguardanti le ricerche effettuate sulle nuove tecnologie dei sistemi alimentari, prendendo in considerazione anche le altre dimensioni della sostenibilità oltre quella del minore impatto sul cambiamento climatico con cui vengono spesso presentate e percepite.

Lo studio ha preso in esame:

  • i sostituti a base vegetale di carne, latticini, frutti di mare e uova, che imitano la struttura, il gusto ed il profilo sensoriale dei prodotti convenzionali di origine animale;
  • i sistemi produttivi dell’agricoltura verticale con coltivazioni su più strati in ambienti chiusi senza luce solare e con condizioni di crescita controllate;
  • la tecnologia blockchain che traccia la catena di approvvigionamento per creare trasparenza.

I risultati confermano che in generale i sostituti a base vegetale risultano avere un impatto ambientale minore rispetto ai prodotti convenzionali a base animale, seppur con una certa variabilità.

Il metodo produttivo dell’agricoltura verticale ha invece risultati contrastanti in termini di sostenibilità.

Se per questa modalità produttiva riguardo l’uso di terra ed acqua i risultati sono migliori rispetto alle coltivazioni tradizionali, spesso richiede più energia e le emissioni di gas serra sono superiori rispetto all’agricoltura in campo.

Per quanto riguarda la tecnologia blockchain, nessuna ricerca ha dimostrato miglioramenti tangibili della sostenibilità legati al suo utilizzo nell’industria alimentare e gli studi pubblicati finora hanno parlato solo di benefici teorici.

Relativamente all’importante prospettiva degli aspetti nutrizionali mancano invece studi a lungo termine che possano stabilire il valore dei prodotti alternativi a quelli animali.

Sono stati analizzati inoltre, i risultati delle ricerche sulla sostenibilità delle consegne dei pasti a domicilio, modalità che si va diffondendo.

Lo studio rileva come questa modalità, che si colloca nel più ampio contesto del digitale, non comporta alcun beneficio ambientale.

Piuttosto, è stato calcolato che consumare il pasto al ristorante invece di farselo consegnare potrebbe ridurre la quantità totale di emissioni di gas serra del 68% per ogni pasto.

Anche in questo caso, esistono poi notevoli lacune sulla sostenibilità sociale di tali nuove modalità di consumo.

Parallelamente alla diffusione di prodotti alternativi a quelli convenzionali, occorre sviluppare un quadro olistico di valutazione della sostenibilità che dimostri l’impatto delle nuove tecnologie.

Questo per guidare gli investimenti e lo sviluppo di una innovazione alimentare realmente sostenibile.

Tecnologie alimentari innovative e sostenibili
Condividi su:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.