L’ONU lancia l’allarme siccità in un rapporto in cui mette in evidenza come la carenza di acqua stia peggiorando con l’imminente rischio di una crisi globale

Il rapporto dell’ONU arriva in occasione della Conferenza sull’acqua che si svolge dal 22 al 24 marzo alle Nazioni Unite per celebrare la Giornata Mondiale dell’Acqua 2023 che ha coniato l’appello Acceleriamo il cambiamento!

The World Water Day è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 ed è prevista all’interno delle direttive dell’Agenda 21. L’obiettivo della giornata è sensibilizzare istituzioni mondiali e opinione pubblica sull’importanza di ridurre lo spreco di acqua e di assumere comportamenti volti a contrastare il cambiamento climatico.

Il tema di quest’anno è il legame tra acqua e cambiamenti climatici.

Secondo gli esperti, senza un intervento urgente, entro la fine di questo decennio potremo trovarci con una domanda di acqua dolce del 40% più alta rispetto alla disponibilità.

Il problema della disponibilità di acqua dolce è di primaria importanza nell’azione di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici.

“Falliremo sul fronte della lotta al cambiamento climatico se non riusciamo a risolvere il problema acqua. E se così fosse, falliremo anche per ogni Obiettivo di Sviluppo Sostenibile”. Così si legge nel rapporto Turning the Tide. A Call to Collective Action della “Global Commission on the economics of water” che afferma: “Nessuno di noi, nessun luogo, nessuna economia o ecosistema verrà risparmiato. Le nostre azioni hanno spinto il ciclo globale dell’acqua fuori dal suo naturale equilibrio per la prima volta nella storia dell’uomo, causando danni crescenti alle comunità di tutto il mondo. I Paesi sono interconnessi non solo attraverso fiumi o corsi d’acqua sotterranei, ma anche attraverso flussi atmosferici di vapore acqueo. Affrontiamo la connessione sempre più profonda dell’acqua con il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, con l’una che rafforza l’altra. Possiamo risolverlo solo collettivamente e se ci muoviamo con urgenza”

Rapporto ONU

Secondo il rapporto dell’ONU circa 2 miliardi di persone non hanno l’accesso ad acqua potabile sicura mentre 3,6 miliardi non lo hanno a servizi sanitari affidabili. “La scarsità di acqua sta diventando endemica”, si legge nel rapporto nel quale si osserva come l’uso di acqua sia aumentato a livello globale di circa l’1% ogni anno negli ultimi 40 anni, e dovrebbe mantenere tassi di crescita simili fino al 2050.

Le Nazioni Unite ricordano che più di 800.000 persone muoiono ogni anno a causa di malattie direttamente correlate ad acqua non sicura, servizi igienici inadeguati e povere pratiche igieniche. Ma le pretese per questa risorsa preziosa continuano ad aumentare e circa 4 miliardi di persone soffrono di scarsità idrica estrema per almeno un mese all’anno.

Secondo l’ultimo rapporto State of the Climate Services del World Meteorological Organization, i rischi legati all’acqua sono aumentati in modo allarmante. Dal 2000, le inondazioni sono cresciute del 134% mentre la durata della siccità è salita del 29%.

Ma l’acqua, ci ricordano le Nazioni Unite, può essere la soluzione chiave al cambiamento climatico: lo stoccaggio del carbonio può essere migliorato proteggendo ambienti come le torbiere e le zone umide, l’impiego di pratiche agricole sostenibili può contribuire a ridurre lo stress sulle riserve di acqua dolce e il miglioramento delle infrastrutture di approvvigionamento idrico e igienico-sanitarie può garantire a tutti l’accesso a risorse vitali in futuro.

L’acqua deve essere al centro delle politiche e delle azioni per il clima.

Una gestione sostenibile dell’acqua può aiutare a migliorare la resilienza, a mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici e a proteggere le società e gli ecosistemi.

Le soluzioni idriche sostenibili, accessibili e graduali devono diventare una priorità.

In Italia perdite di rete altissime, razionamento in 15 città

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, l’ISTAT ha pubblicato le statistiche sull’acqua, relative agli anni 2020-2022 che segnalando quanto siano elevate le perdite idriche nella rete di distribuzione. Nel 2020, il volume delle perdite nella fase di distribuzione dell’acqua, cioè la differenza tra i volumi immessi in rete e i volumi erogati, è stato pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,2% dell’acqua in rete.
In riferimento all’acqua prelevata dalle fonti di approvvigionamento, le perdite idriche totali in distribuzione rappresentano il 37,2%.
Spiega l’ISTAT che “La quantità di acqua dispersa in rete rappresenta un volume cospicuo, quantificabile in 157 litri al giorno per abitante. Stimando un consumo pro capite pari alla media nazionale, il volume di acqua disperso nel 2020 soddisferebbe le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone per un intero anno“.

Da notare che ancora nel 2020, 6.7 milioni di residenti non sono allacciati alla rete fognaria pubblica.

Conclude l’ISTAT: “L’adozione di misure restrittive nell’erogazione idrica è legata alla obsolescenza dell’infrastruttura, soprattutto nel Mezzogiorno, a problemi di qualità dell’acqua per il consumo umano e ai sempre più frequenti episodi di riduzione della portata delle fonti di approvvigionamento, a causa del cambiamento climatico, che rendono insufficiente la disponibilità della risorsa idrica in alcune aree del territorio“.

NELLA GIORNATA DELL’ACQUA L’ONU LANCIA L’ALLARME SICCITA’
Condividi su:
Tagged on:                                     

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.